ABORTO/2: ANCHE I MEDICI HANNO DIRITTI, SULL’ACCESSO ALL’ABORTO SOLO FALSITA’
“Faccio notare ai colleghi della sinistra che oltre a quelli che chiamano “diritti delle donne” ci sono anche i diritti dei bambini e i diritti dei medici. Non perché lo dica io ma perché lo affermano la Costituzione in primis e la stessa L. 194/78 poi”. La mia controreplica alle dichiarazioni odierne dei consiglieri di maggioranza Abeterusso e Borracino.
Come i dati dell’ultima relazione annuale al Parlamento (forniti dalla Regione e raccolti struttura per struttura) certificano, non esiste un problema di accesso all’aborto: ciò che sta venendo affermato in queste sono colossali sciocchezze. Se la L. 194/78 è inapplicata, lo è esclusivamente ed interamente nella parte in cui impone di aiutare le famiglie a superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza (art. 2). A questo dovrebbe pensare una sinistra che si professa paladina di deboli e indifesi ma si schiera sempre coi più forti.
Rammento ai colleghi che la stessa L. 194/78 di cui parlano, all’art. 9 afferma il diritto del personale sanitario e ausiliario non partecipare a un aborto. Stop. E questo diritto, attenendo alla coscienza della persona, la accompagna sempre, non può essere temporalmente circoscritto al momento dell’assunzione: assumere non obiettori significa assumere (o non assumere) in base a un convincimento personale, il che è illegittimo e discriminatorio.
Per questo trovo gravissimo il fatto, reso noto oggi dalla stampa, per cui anche la ASL di Lecce, alla chetichella, abbia reclutato un medico non obiettore (Del. 68 del 7.1.2016) e inaccettabili le affermazioni rilasciate oggi alla stampa dal Direttore Sanitario della ASL di Lecce che candidamente afferma che «se in futuro quel medico dovesse ravvedersi, verrebbe automanticamente licenziato». A questo punto è opportuno fare piena luce, sotto ogni punto di vista, sull’iter seguito dalla ASL che se confermato sarebbe di una gravità assoluta.