Puglia: preoccupante crollo della Puglia e del Salento nella classifica qualità della vita. “Lu sule, lu mare e lu ientu” non bastano.
Il dato che vede il crollo dei capoluoghi salentini (Taranto penultima assoluta, Lecce -12 posizioni, Brindisi -10) ma, più in generale, le città pugliesi in coda alla classifica nazionale di qualità della vita, desta enorme preoccupazione e mette in mora un’intera classe dirigente regionale che, Emiliano in testa, sta affondando il tacco d’Italia.
La novità dei pessimi dati diffusi oggi è che le città di Puglia restano in fondo alla classifica nazionale anzi perdono pesantemente posizione non solo a causa degli indicatori economici (dalla ricchezza al lavoro), ma anche di quelli – come demografia e tempo libero – un tempo appannaggio dei territori del Sud.
Questo significa una sola cosa: “lu sule, lu mare e lu ientu”, che stanno attorno a un paesaggio che si vuole “museificato”, non sono sufficienti a fondare un modello di sviluppo; insieme a una prospettiva culturale solidamente ancorata alle radici e alla tradizione occorrono infrastrutture, piani di sviluppo industriale e investimenti in grado di lanciare una crescita.